All’isola di San Giorgio è andato in scena il piacere di raccontarsi

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La darsena dell'isola di San Giorgio in una suggestiva immagine notturna.

L’incontro del 10 dicembre scorso presso la presso la base nautica della Compagnia della Vela nell’isola di San Giorgio è stato per me un evento emozionante, tanto per cominciare per il luogo in cui si è tenuto (dopo vi spiego perché).

Come preannunciato nel post Le indagini di Aldani, tra realtà e finzione, ai cui dettagli rimando per non ripetermi, non si trattava infatti di una semplice presentazione dell’ultimo mio romanzo, ma di un incontro con un tema importante e alquanto impegnativo, cioè i “Problemi di Venezia e della laguna attraverso le inchieste del commissario Aldani”.

La Basilica di San Giorgio e la darsena viste dal bacino San Marco.

L’evento era inserito nel calendario degli incontri culturali organizzati dalla storica associazione velistica veneziana presso la prestigiosa sede di San Giorgio in collaborazione con la Libreria Mare di Carta di Cristina Giussani.

Cristina Giussani.

Ed è stata proprio Cristina a dialogare con me, anche se, rivedendo la registrazione, mi rendo conto di essere stato un po’ logorroico… Ci sono le prove di tutto ciò, le trovate in calce al post sotto forma di un’impeccabile ripresa video professionale che il bravissimo Roberto Scarparo ha orchestrato magistralmente. Cristina, bontà sua, mi ha lasciato spaziare a 360 gradi su tematiche a me care che proverò a sintetizzare a grandi linee e in ordine sparso, rimandando i temerari al video nel quale potranno oltretutto apprezzare la mia terribile cadenza veneta imbastardita da decenni di esilio pesarese…

Dunque, chiarito che sono un mestrino doc, ho raccontato come ho iniziato a scrivere e come sono arrivato al romanzo giallo passando dai racconti di Aldani (il primo scritto per sfida quasi 25 anni fa per partecipare al concorso Gran Giallo Città di Cattolica) fino al romanzo (Acqua morta) che ha vinto il Torneo Letterario IoScrittore nel 2014.

Ho fatto una carrellata sui miei romanzi, sottolineando la grande affezione che mi lega a Marea tossica, una stori che probabilmente dovevo raccontare a prescindere, soffermandomi sul grande lavoro di documentazione sul Petrolchimico che mi ha impegnato a lungo e di cui rimane traccia nella nota dell’autore.

Cristina e il pubblico sembravano molto interessati a come funziona il mondo editoriale, così non mi è parso vero di straparlare di prime stesure, di editing e editor, di beta reader, di verosimiglianza, di lingua e dialetto, di realismo nei dialoghi.

Ne ho approfittato per spiegare come, grazie a L’Eco dell’Altana, sono riuscito a riprendere i contatti con molti miei lettori, prima sparsi su vari social, e ho raccontato come fossi particolarmente legato all’isola di San Giorgio, e alla sua darsena, che nel 2016 fu la meta di una, per me, avventurosa traversata in barca a vela da Cattolica (tutti i dettagli li trovate nell’articolo “A Venezia, dal mare” pubblicato ne L’Eco dell’Altana n. 7 #SANGIORGIO che ho preparato proprio in occasione dell’incontro).

Il pubblico che, sfidando il freddo polare e il rischio di acqua alta, è venuto in isola ad ascoltarmi.

Ho cercato anche di spiegare come per il commissario Aldani ogni occasione sia buona per lamentarsi dei problemi di Venezia (una selezione, con tanto di brevi estratti, l’ho inserita proprio nell’Eco n. 7), rischiando di essere pedante quasi quanto l’autore… (e così dicendo ho pontificato su overtourism e gentrification…).

Cristina, in un raro momento in cui l’ho lasciata parlare (sic…), ha notato che riesco a “mettere in risalto i problemi quotidiani della città con gentilezza e leggerezza”. Può darsi, di sicuro i veneziani sono ormai in una fase di mitridatizzazione e penso che un foresto come me, che ama la città, riesca a vedere cose che il veneziano ormai non vede nemmeno più. Naturalmente inserire queste tematiche in un romanzo giallo espone l’autore al rischio infodump (volgarmente detto spiegone), per cui bisogna procedere con estrema  cautela.

La serata si è conclusa con le domande del pubblico tra cui quella su una eventuale trasposizione cinematografica o televisiva che ha suscitato alcune interessanti considerazioni.

I locali della base nautica della Compagnia della Vela sono davvero fantastici.

Vorrei citare infine le parole di una lettrice, giunta appositamente da Udine, che ha cercato di spiegare cosa significa appassionarsi a un personaggio di carta.

“E’ una specie di innamoramento nei confronti di qualcuno che vive la propria quotidianità. Noi entriamo nella sua, lo seguiamo nei ragionamenti, ascoltiamo le persone che lo circondano, la sua famiglia, capiamo come raggiunge la soluzione del mistero. Io i romanzi li leggo in due-tre giorni, sento proprio la necessità di arrivare alla fine, di vivere quei due-tre giorni come se facessi parte della vita di quel personaggio. Anche se sono un osservatore esterno, lo trovo molto coinvolgente.”

E, a proposito dei dialoghi:

“Le battute sono molto credibili, quando leggo ho sempre accanto una cartina di Venezia e a mano a mano che i personaggi prendono un canale o sbarcano da qualche parte mi immergo totalmente in questa cosa.”

E con questa testimonianza, con questo punto di vista inedito, vi lascio al video.

 

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