Laguna nera - La seconda indagine del commissario Aldani

È un filo di morte quello che dal lontano 1980 arriva fino a oggi

10 ottobre 1980. Quella notte, passata alla Storia come «Notte dei cambisti», la banda di Felice Maniero allungava le sue mani rapaci sul gioco d’azzardo in Laguna, sancendo il prevalere della Mala del Brenta sulla criminalità veneziana.

30 aprile 1984. Alle 2.43 del mattino il Casinò di Venezia era teatro di una rapina divenuta leggendaria e i «sette uomini d’oro», come furono soprannominati i banditi, si dileguarono con un bottino di oltre due miliardi di lire.

5 novembre 2012. Il pontile del Casinò è teatro di un sanguinoso agguato. La vittima è un assessore, noto per i suoi non sempre limpidi legami con la politica locale.

È un filo di morte quello che dal lontano 1980 arriva fino a oggi, per avviluppare il commissario Nicola Aldani in un’indagine complessa. Accanto a lui tornano il fedele Schinco, l’amico d’infanzia ora giornalista del Gazzettino, il capitano Colucci della Guardia di Finanza, l’insostituibile, anche se spesso snervante, ispettore Manin e il buon Vitiello al timone dell’inaffondabile Toni.

E mentre la vita privata reclama il suo spazio (una moglie e tre figli lo aspettano ogni sera a Mestre), il commissario Aldani non può smettere di sognare la sua altana, quell’angolo di Venezia che lo aiutava a pensare, «un angolo sottratto all’ombra delle case e dei palazzi, dove il sole non smetteva mai di battere e il vento di soffiare…»

Titolo: Laguna nera
Autore: Michele Catozzi
Editore: TEA
Collana: Narrativa TEA
Pagine: 342
ISBN: 885024066X
ISBN-13: 978-8850240661
Prezzo: € 16,00
Prezzo ebook: € 8,99
Pubblicazione: 13 aprile 2017

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Non è la solita Venezia da cartolina, ma una città sconosciuta ai più

«Notte fonda. La nebbia autunnale galleggiava densa sul l’acqua nera del Canal Grande, cancellando certe artificiose atmosfere da cartolina. Il freddo umido penetrava la carne lasciando nelle viscere cattivi presagi.»

Su Venezia aleggia, mista alla nebbia di novembre, un'ombra di paura e di morte.

«Il barchino ormeggiato al pontile si faceva cullare dal moto ondoso del canale, rompendo il silenzio ovattato con l’inconfondibile borbottio metallico del due cilindri due tempi da 40 cavalli che girava al minimo.
L’uomo tolse la sicura dalla vecchia Glock 17 e restò in attesa, col cellulare in mano, ascoltando i rumori attutiti della città. Da qualche parte giunse l’ululato della sirena di un ultimo vaporetto.»

Accanto al commissario Aldani tornano i personaggi più amati di Acqua morta

«Era quasi l’una e la familiare scivolava prudente nella corsia di sorpasso del ponte della Libertà. A quell’ora della notte il traffico era scarsissimo, complice una fitta foschia. La lama dei fari fendinebbia

si frangeva contro l’oscurità lattiginosa. Nicola Aldani, commissario della Squadra mobile alla Questura di Venezia, guidava concentrato, gli occhi che scrutavano il muro davanti a sé

nel timore di veder comparire all’improvviso delle luci rosse. Non restava molto spazio per i pensieri. Lo avevano chiamato a casa, la nuova casa di Mestre. Sparatoria col morto.»

Alcuni commenti dei lettori di Laguna nera

«Si conferma ottimo autore di polizieschi che in riferimento alla vicenda di Maniero intreccia una storia interessante in una location magnificamente descritta.» [Kin]

«Bella storia, scritta bene, ambientazione eccellente e personaggi realistici e ben delineati.» [paolaL]

«Grande cura nei confronti della trama, ma quello che più spicca è la città, una città che non si può non amare.» [Ed]

«Le storie del commissario Aldani sanno rapire l’attenzione fino alla fine. Complimenti per aver intessuto una storia intricata ma avvincente.» [tiziana]

«Coinvolgente l’atteggiamento del commissario che fa vivere e partecipare le emozioni delle indagini come se si “facesse parte della squadra”.» [mauro]

«L’intreccio è buono come pure i dialoghi, sempre in presa diretta e tecnicamente ineccepibili. Belle le descrizioni delle scene del crimine.» [Fabio]

«Ci si affeziona sempre di più, al commissario Aldani. S’è sempre detto che il difficile per uno scrittore non sia l’esordio, bensì la conferma con la seconda uscita.» [mauro b.]