Racconti, romanzi polizieschi e “tirannia” dei personaggi, anche a Natale

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Il racconto inedito “Il commissario Aldani e la banda di Natale” è arrivato in libreria in questi giorni all’interno dell’antologia “Natale a Venezia” (Neos Edizioni, Torino, 144 pagg., 15 €) per la quale è stato scritto appositamente.

Sono felice di poter offrire ai lettori un’indagine di Aldani (breve, ça va sans dire) in attesa del quarto romanzo della serie che dovrebbe essere pubblicato nella tarda primavera del 2021 – un po’ dopo rispetto a quanto inizialmente previsto, a causa dello stravolgimento dei calendari editoriali indotto dall’emergenza Covid-19. Prima di entrare nei dettagli lasciatemi però fare alcune considerazioni preliminari.

Non è un segreto che la mia “carriera” di autore sia iniziata scrivendo racconti. Ho esplorato i più diversi generi letterari della narrazione breve fino ad approdare al giallo, per la precisione al police procedural in salsa lagunare, con protagonista il commissario Nicola Aldani della Questura di Venezia, sezione Omicidi, per un totale di una mezza dozzina di racconti.

L’inevitabile passaggio al romanzo è stato però alquanto lungo e laborioso perché il cambio di passo (con quell’inarrivabile target di battute da 300.000 in su) era cosa affatto semplice. C’è poco da fare, il respiro di un racconto è tutt’altra faccenda da quello di un romanzo, sono due narrazioni molto differenti. Alla fine è andata bene e le prime tre indagini di Aldani – Acqua morta (2015), Laguna nera (2017) e Marea tossica (2019), tutte per i tipi di TEA) – sono arrivate sugli scaffali delle librerie.

Il fatto è che quando, dopo tre romanzi, sono “tornato” al racconto, raccogliendo nell’estate del 2019 l’invito dell’amico Diego Di Dio a partecipare all’antologia “Delitti di Dio, sono incappato nel problema opposto, faticando non poco a restare entro la lunghezza assegnata. Tanto è vero che ho scritto un racconto che era una specie di romanzo breve, refrattario a qualsiasi tentativo di “compressione” o di taglio, per cui ho dovuto scriverne un secondo, che pure sforava, anche se in quantità accettabile. Inoltre, per mia scelta, i racconti non avevano come protagonista il commissario Aldani – bensì un vicequestore (nel racconto inedito) e l’ispettore Albanesi della Postale (in quello poi pubblicato nell’antologia sopracitata uscita giusto un anno fa) – e non erano ambientati a Venezia, ma a Pesaro e Urbino. Sempre storie di poliziotti, comunque…

Poi è stata la volta di un racconto per l’antologia “The Book of Venice”, edita dalla britannica Comma Press, che sarà pubblicata (in lingua inglese, of course) nel 2021, purtroppo anch’essa in ritardo rispetto a quanto programmato, sempre a causa del Covid-19. Dieci autori, dieci racconti. Nessun vincolo di tema, a parte Venezia. Dopo un bel numero di false partenze (eravamo a inizio 2020) del genere più vario, Aldani e la sua squadra hanno avuto la meglio facendo una prepotente irruzione sulla mia scena creativa. Insomma, Aldani mi ha messo i bastoni tra le ruote e il racconto sono riuscito a scriverlo soltanto dopo che si è trasformato in un giallo e il mio commissario ne è diventato il protagonista… Ne riparleremo.

La quarta di copertina di “Natale a Venezia”.

Torniamo però a “Natale a Venezia”.

Si tratta di sedici racconti sulla città, scritti da altrettanti autori veneziani (la maggior parte ivi residenti anche se non mancano gli “esuli”…) raccolti in un volumetto molto ben curato che può facilmente trasformarsi in uno speciale regalo natalizio. Last but not least, i diritti d’autore saranno devoluti all’associazione International Help onlus, a sostegno delle sue attività umanitarie.

Immagino non vi sorprenderete se vi dico che anche questo racconto ha visto le sue brave false partenze ed è decollato soltanto quando Aldani e i suoi accoliti, artefici di una specie di “putsch dei poliziotti”, si sono autoproclamati primattori. Quando si dice la “tirannia” di Aldani…

Recensione di “Natale a Venezia” sul Gazzettino.
Citazione di “Natale a Venezia” sul Venerdì di Repubblica.

Scrive Riccardo Petito sul Gazzettino del 18 novembre: “Oltre a un racconto poliziesco, protagonista un commissario già incontrato in altri testi, pure pagine intrise di riflessione, di sogno”. In effetti il mio è un racconto d’azione in cui, alla vigilia di Natale, Aldani e la sua fidata squadra inscenano l’inseguimento rocambolesco, lungo calli e ponti e persino in Canal Grande, di una banda che ha preso di mira i bancomat e usa come copertura, guarda caso, i Babbi Natale che in quel giorno invadono la città (per le tradizionali maratone di terra e regate d’acqua).

Il lettore attento avrà notato che il compito di Aldani non è proprio da Omicidi – infatti non ci sono cadaveri – ma, tant’è, a Natale il morto ammazzato un po’ stonava…

Voglio ringraziare Elisabetta Tiveron e Caterina Schiavon (le due impeccabili curatrici di cui ho potuto apprezzare l’estrema professionalità e il rigore austroungarico…) per avermi chiesto di fare parte di questa iniziativa cui hanno aderito altri tredici autori, oltre alle curatrici: Philippe Apatie, Elisabetta Baldisserotto, Francesca Boccaletto, Annalisa Bruni, Marco Crestani, Cristina Gregorin, Moreno Hebling, Marilia Mazzeo, Emanuele Pettener, Silvia Soliani, Teodora Trevisan, Simone Viaro, Stefano Zanchetta.

Vi auguro dunque in anticipo una buona lettura, se e quando avrete modo di mettere le mani sull’antologia, e, visto il tema, pure un Buon Natale!

P.S.: giuro che non sapevo nulla della bella copertina (realizzata da Lucio Schiavon) che ritrae giustappunto un Babbo Natale in Canal Grande che voga alla “valesana”… Che dire, mai avrei immaginato che il mio racconto sarebbe stato così “adeguato” alla cover!

Immagine dell’intestazione: Babbi Natale sul Canal Grande (credits Un’Ospite di Venezia).

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