Scrivere con Scrivener (for ever)

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Nell’estate del 2016 l’amico e “collega” di scrittura Luca Di Gialleonardo postò su Facebook una specie di sondaggio per conoscere chi tra i suoi amici usasse Scrivener. Per chi non lo sapesse, Scrivener è un programma di solito utilizzato da chi scrive per professione (saggi e romanzi, ça m’est égal…).

Ricordo che, contrariamente alla mia consueta ritrosia a commentare sui social, risposi con entusiasmo che lo usavo quotidianamente per scrivere i miei romanzi e racconti. Qualche giorno dopo Luca mi mandò un messaggio chiedendomi se mi andava di scrivere due righe sulla mia esperienza con Scrivener da includere in un manuale a cui stava lavorando. Una specie di testimonial, insomma. Se mi andava? Eccome! Le due righe, naturalmente, sono lievitate…

Fu così che nacque la “testimonianza” che pubblico in calce a questo post e che venne inserita nell’ebook di Luca insieme a quelle di altri colleghi: mi trovai in ottima compagnia, insieme nientemeno che alla bravissima scrittrice di fantasy Licia Troisi e a Greta Cerretti, Luca Romanello e Lorenzo Fontana.

L’ebook uscì a ottobre del 2016 nella collana Scuola di scrittura Scrivere bene della Delos Digital: Tutti i segreti di Scrivener per chi scrive – Delos Digital 2016 (qui su Amazon). Ma dimentico la cosa più importante: lo scorso settembre Luca ha pubblicato un secondo manuale, dedicato alla nuova versione di Scrivener, la 3: Tutti i segreti di Scrivener 3 per chi scrive – Delos Digital 2018 (qui su Amazon).

Non ho ancora avuto modo di leggere questo secondo ebook, d’altra parte il mio vecchio Mac non mi consente ancora di usare la versione 3 di Scrivener e mi devo accontentare della 2… 🙁 Ma da quanto ho invece letto del primo (sì, l’ho letto integralmente e mi ha davvero illuminato su alcune questioni tecniche che non avevo mai colto appieno col mio approccio autodidattico, quello tipico degli informatici che non leggono mai le istruzioni, non so se mi spiego…) vi posso assicurare che Luca è riuscito a rendere piacevole e mai noiosa o ripetitiva la lettura del manuale di un software. Un’impresa che credo sia ai limiti dell’umano. D’altra parte anche la nota bio di Luca (la trovate in fondo alle pagine che vi ho linkato) è davvero da paura, e qualcosa vorrà pure dire… 🙂

Insomma, se scrivete professionalmente, o se aspirate a farlo, dimenticatevi le astrusità finto semplici di Word e compagni e buttatevi su Scrivener (c’è anche la versione per Windows) e accattatevi il manuale di Luca Di Gialleonardo, non ve ne pentirete!

(Il testo che segue è stato pubblicato all’interno di entrambi gli ebook citati nella sezione  “Scrittori che usano Scrivener”)


Galeotto fu l’editing del mio primo romanzo. Correva l’estate di qualche anno fa ed ero stufo marcio di star dietro alle idiosincrasie di un elaboratore testi vecchio stampo che non ne voleva sapere di assecondare le mie (invero monacali) esigenze in fatto di manipolazione del contenuto: riorganizzazione della struttura, ricerca e sostituzione di parole, e poco altro. Sì, perché in fondo a chi scrive narrativa non serve granché. Fino ad allora mi ero cimentato in racconti, senza particolari problemi tecnici. Ma il romanzo è tutta un’altra cosa.

Ero dunque stanco dei soliti word processor (che fossero l’ubiquo “monopolista” Word oppure il più “libertario” Writer, poco importava) e del loro tipico funzionamento WYSIWYG (What You See Is What You Get), vale a dire che il documento che si edita a schermo appare esattamente come poi verrà stampato. Bello, penserete. E invece no, non è affatto una buona idea, perché alla fine ti ritrovi a imprecare combattendo inutili battaglie contro una formattazione perennemente sballata, perdendo così di vista il tuo vero scopo di scrittore: scrivere, per l’appunto. Word o Writer vanno benissimo per redigere una lettera, una breve relazione o un racconto. Se avete per le mani un romanzo, scordateveli.

Ecco, io volevo un editor WYSIWYM (What You See Is What You Mean), cioè un software che mi consentisse di concentrarmi su struttura e significato dei contenuti senza dovermi preoccupare della forma del documento finale, col vantaggio ulteriore di produrre formati diversi senza dover toccare l’originale.

Fu così che, googlando il magico acronimo, mi sono imbattuto in Scrivener. È stato amore a prima vista e da allora non ho smesso di apprezzarne le fantastiche capacità di ristrutturazione del testo, di output automatico in differenti formati (produrre la versione ebook è uno scherzo), di ricerca e sostituzione di stringhe (tutti lo fanno, ovvio, ma lui sembra nato per quello), di raccolta nello stesso documento anche dei materiali di ricerca.

Scrivener non l’ho mai tradito, anzi, ci scrivo di tutto: romanzi, racconti, articoli, post, qualunque cosa. Ma, soprattutto, non mi sogno di tornare indietro.

Michele Catozzi

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