È per me un’onore essere stato chiamato a offrire il proprio punto di vista come autore a un evento giunto alla terza edizione e organizzato dal Rotary Club Venezia Mestre e dall’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori di Venezia.
Si tratta del seminario di apertura di una iniziativa rivolta agli studenti delle scuole superiori della mia città natale che porta il titolo “Spazio pubblico, spazio di tutti” (vedi locandina in calce) e che si svolgerà martedì 14 gennaio dalle ore 9 nell’auditorium della Città Metropolitana di Venezia in via Forte Marghera a Mestre.
Lo scopo del confronto tra i circa 200 studenti e insegnanti, e i relatori al seminario è quello di offrire alle giovani generazioni gli strumenti per interpretare l’evoluzione storica del tessuto urbano della città e di suggerire idee per il suo futuro urbanistico. Le tre aree di studio scelte quest’anno sono Carpenedo – piazza Ferretto – via Piave/stazione ferroviaria, un’asse nord-sud particolarmente significativo.
Il mio intervento (“Vivere la città, tra desiderio e realtà. La voce di uno scrittore”), inserito nella sezione “Sguardi sulla città – Vari punti di vista”, è previsto dopo quello dell’architetto Anna Buzzacchi (“Mestre, inquadramento urbanistico”) e quello del sociologo Gianfranco Bettin (“Spazi urbani, spazi di relazione. Il punto di vista di un sociologo”).
Sarà un piacere avere accanto l’amico Gianfranco, vero e proprio punto di riferimento per la storia del Petrolchimico di Porto Marghera, autorevole relatore alla presentazione di Marea tossica a Mestre nel 2019 nonché fonte della citazione che è stata usata per la quarta di copertina della nuova edizione di Marea tossica nel 2022.
Segnalo inoltre che nell’ultimo intervento, intitolato “Conoscere il passato per costruire il futuro”, l’architetto Alessandro Angeli effettuerà un confronto tra immagini attuali e foto storiche, messe a disposizione dal collezionista Paolo Pavan, per facilitare la lettura dell’evoluzione della città.
Anche in questo caso, una vecchia conoscenza. Ho incrociato infatti Paolo Pavan nella primavera del 2023 durante la revisione del libro Ghe gera na volta… in Mestre del comune amico Domenico Trabucco (si veda anche L’Eco dell’Altana 11: la #Mestre del commissario Aldani). Lo sterminato archivio fotografico di Paolo è stato la principale fonte iconografica del libro, senza la quale l’opera avrebbe avuto un impatto ben diverso.
A presto, dunque!