Tre anni fa la pubblicazione de “Il mistero dell’isola di Candia”: cronache da un torneo (letterario…)

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Esattamente tre anni fa l’ebook del mio romanzo noir storico Il mistero dell’isola di Candia veniva messo in vendita su tutti gli store online in quanto finalista al Torneo Letterario IoScrittore 2011 di GeMS.

All’epoca lo staff di IoScrittore mi chiese di scrivere una breve testimonianza sull’esperienza di partecipazione al Torneo, ma il rivolo s’è fatto torrente e la piena ha travolto tutto. Ecco il delirante risultato finale. Pura logorrea scrittoria. Siete avvisati…

[Post originariamente pubblicato il 24/1/2012 sul sito Il mistero dell’isola di Candia e il 25/1/2012 sul sito del Torneo Letterario IoScrittore] [UPDATE: link non più disponibile]

Cronache da un torneo (letterario…)

Devastante. Il primo impatto con i giudizi è devastante. Sì, va bene, tutto sommato il romanzo è stato apprezzato, ma alcune stoccate dei tuoi anonimi lettori affondano il coltello nella carne, al punto che per qualche giorno non riesci più nemmeno a prendere in mano la stampata con i giudizi.

Rileggere certi passaggi crudeli, fa un male quasi fisico. Ci vuole tempo a metabolizzare le critiche feroci di un’accolita di sconosciuti che sembra essersi alleata contro di te, pur anonimo autore.

Per l’appunto. Sei un anonimo, dunque alla fine prevale il buon senso. Nessun complotto, semplicemente se molti scrivono che i dialoghi sono noiosi, o che il tal personaggio è debole, è perché i dialoghi “sono” noiosi e il tal personaggio “è” debole. In effetti, anche se simuli il contrario, dentro di te lo sai perfettamente, conosci a menadito le magagne della tua opera, ma speravi di passarla liscia, anche perché migliorarne i difetti ti sarebbe costato una fatica immane, e tu sei molto, ma molto pigro.

Per un attimo ti viene voglia di vendicarti sparando a zero contro tutti quelli che ti capiteranno sottomano nella fase successiva. In fondo sei anche tu un lettore, e se nella prima tornata di letture di incipit sei stato onesto, alla prossima potresti… Ma è solo un attimo.

Poi scopri di essere uno dei duecento semifinalisti. Allora, tutto sommato, il tuo romanzetto non fa poi così schifo. Bene bene. Ma le critiche restano. Le magagne anche. Toccherà fare qualcosa, prima o poi. La pigrizia ancora impera… E poi ora ci sono da leggere le opere complete. Prometti che sarai onesto fino in fondo, e cominci a leggere e a macinare giudizi. Solo che stavolta ti accorgi che almeno un paio di romanzi della “concorrenza” sono buoni. Molto buoni. Secondo te dovrebbero essere pubblicati in cartaceo. Fai due conti. Se fra le tue letture hai trovato almeno due romanzi che meritano come minimo di entrare in finale, il tuo romanzetto non ha speranze. Aritmetica. E un po’ di calcolo delle probabilità. Sei fuori dal gioco, ragazzo. Pensa a leggere e a scrivere giudizi, è l’ultima cosa che ti resta. Le magagne del tuo romanzo sono sempre lì che occhieggiano speranzose, ma hai da fare, devi leggere e giudicare con imparzialità.

Arriva il giorno della proclamazione a Mantova dei trenta finalisti. E un laconico tweet annuncia che sì, ce l’hai fatta. Non sai come, ma ce l’hai fatta. E i due capolavori che avevi in lettura non sono passati. E ne è invece passato uno che, secondo te, aveva più di una magagna, un po’ come il tuo. Non capisci, ma non importa. C’è da godersi il momento. Che dura però poco, perché arrivano i famigerati. Loro. I giudizi. E di nuovo, anzi di più, la devastazione.

Lacerante. Il secondo impatto con i giudizi è lacerante. Perché i tuoi maledetti lettori stavolta l’hanno letto tutto, il tuo romanzo, e hanno non solo confermato prepotentemente le solite magagne, ma ne hanno aggiunte altre, ad esempio il finale debole. Stavolta però sei preparato all’impatto, e se ti dicono che il finale è debole, ci metti poco ad ammettere che effettivamente il finale “è” debole.

A questo punto hai la certezza che sarai pubblicato in ebook, ma il tuo romanzo così com’è non può andare. Certo, ha superato le due fasi, significa che qualcuno ci ha trovato qualcosa di buono, ma tocca fare qualcosa, le critiche sono sacrosante, non puoi lasciarlo così. Tocca fare qualcosa. A questo punto entra in scena lo staff di IoScrittore che ti comunica la possibilità di modificare il tuo romanzo secondo le indicazioni dei tuoi lettori/aguzzini. Fantastico. Ma hai solo un mese di tempo.

La pigrizia viene spazzata via dall’ancestrale orgoglio dello scrittore, e inizia il “tour de force”. Finalmente analizzi una per una tutte le magagne e pianifichi come un geometra tutte le modifiche da apportare al tuo romanzo. A un certo punto la pianificazione va a carte quarantotto ed è la storia che stai raccontando a chiederti a gran voce questo e quello, e tu scrivi aggiusti inserisci togli limi aggiungi in un vortice creativo che non ricordavi possibile. Ma il faro nella notte della scrittura restano i giudizi feroci che tu intendi smentire con tutte le tue forze. Orgoglio. Nient’altro che orgoglio. E arrivi in fondo con un romanzo che finalmente giudichi presentabile.

Infine la quiete. Settimane di quiete in cui non succede nulla. Tutto tace. Solo attesa. Finché ti chiamano dallo staff di IoScrittore per dirti che il tuo editor ti sta inviando la bozza del libro e che hai dieci giorni di tempo per fare le ultime revisioni. Bozza? Editor? Revisioni? Il mio libro?! Incredibile. Fino all’ultimo non ti sei reso conto. Sembra proprio che ti pubblicheranno. In ebook, certo. La carta, la carta, quella sì… Ma chissenefrega, parti con l’ebook e poi si vedrà! Ti rileggi le bozze. Individui tutte le correzioni effettuate dall’editor (d’altra parte il tuo romanzo lo conosci praticamente a memoria). Concordi sulla maggior parte, su alcune meno, trovi qualche refuso sfuggito, azzardi qualche miglioria modificando una frasetta o una parola qua e là. Qualche scambio di mail con l’editor e alla fine si è pronti per il visto si stampi (si fa così per dire…). Ah, e poi c’è la questione del titolo. Beh, che il tuo non andasse bene l’hai sempre saputo. Era ovvio che sarebbe stato cassato in favore di uno più… più… Diciamo meno elitario e criptico, ecco. Devi rileggerlo decine e decine di volte prima di fartelo entrare in testa, ma alla fine concordi con lo staff. Il nuovo titolo è molto, ma molto meglio. Bravi. D’altra parte, è il “loro” mestiere, non il tuo.

Ora è fatta. Fatta davvero. Non ti resta che aspettare l’uscita dell’ebook, che manca poco.

Il resto, è storia.

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