Se era noto che il mio romanzo è arrivato tra i dieci vincitori del Torneo IoScrittore 2014 grazie ai voti e ai giudizi ottenuti, non lo era invece il motivo per cui era stato selezionato per la pubblicazione cartacea. Ci ha pensato l’editore TEA a spiegarlo sul sito di IoScrittore, nero su bianco in poche ma significative righe apparse a mo’ di “prefazione” al mio resoconto sui cinque anni di partecipazione al Torneo e dal titolo E alla fine… il cartaceo! Perché “Acqua morta” è un libro da pubblicare.
Intervento, quello del direttore Res, che non ho resistito, con un certo orgoglio, a ripubblicare qui. Eccolo.
[Testo originariamente pubblicato il 15/10/2015 sul sito del Torneo Letterario IoScrittore]
E’ in in libreria Acqua morta, il romanzo selezionato per la pubblicazione cartacea tra i dieci vincitori dell’edizione di IoScrittore 2014.
Abbiamo sentito Stefano Res, direttore editoriale di TEA, la casa editrice che lo pubblica, per sapere che cosa lo ha portato a scegliere questa storia.
Ecco che cosa ci ha risposto.
Se dicessi che nel valutare un romanzo giallo l’intreccio poliziesco è tra le ultime cose che considero, credo che verrei aspramente criticato. Diciamo quindi che la solidità di quell’intreccio la do per scontata: ci deve essere.
Quello che mi interessa di più, e che tende a colpirmi, è la resa di un luogo, di un ambiente. Non l’esattezza geografica o storica (anche queste sono scontate), bensì la resa di un luogo attraverso lo sguardo di un autore, la personalità di quello sguardo.
Allo stesso modo con i personaggi e il protagonista: mi interessa la visione del mondo di quei personaggi come si evince dalle loro azioni, dalle loro scelte, dalle loro parole. I fatti, insomma, si accertano; le persone invece si conoscono.
Luogo, personaggi e protagonista che non siano la mera proiezione dell’autore, né che rappresentino per lui un pretesto, ma che siano interessanti “da conoscere”. Cosa che ho trovato in Acqua morta.