Scarseggiano i redattori, Wikipedia è in declino?

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La più famosa delle enciclopedie online sta vivendo un momento difficile e sono in molti a parlare di declino. Per vari motivi, ma soprattutto perché da almeno sei anni Wikipedia registra un preoccupante e inarrestabile calo nel numero dei suoi redattori volontari.

Il sogno utopico dei pionieri:

Compile the sum of all human knowledge

deve fare i conti con la realtà e forse ha ragione Tom Simonite, prolifico IT editor for hardware and software della prestigiosa MIT Technology Review, nell’affermare, alla fine del suo articolo The Decline of Wikipedia, che:

Today’s Wikipedia, even with its middling quality and poor representation of the world’s diversity, could be the best encyclopedia we will get.

Come dire, o tempora, o mores, la nostra civiltà ha l’enciclopedia che si merita.

Il fatto è che, volente o nolente, non possiamo fregarcene bel belli delle sorti di Wikipedia, in quanto la enciclopedia online è ormai parte integrante della nostra cultura (almeno di quella occidentale) e le sue voci sono date per certe e affidabili da tantissimi siti web e servizi online, basti pensare ai fact box semantici nei risultati delle ricerche di Google o alle risposte alle domande vocali fatte al Siri dell’Iphone. Per non parlare dei link dalla Treccani quando una ricerca non offre abbastanza risultati “interni”…

Certo, mica è colpa di Wikipedia se altri, per comodità o pigrizia, le attribuiscono quell’attendibilità che un’enciclopedia di tal fatta non potrà mai avere (pur restando una pietra miliare della conoscenza online).

Ma di quali problemi stiamo parlando? I soliti. Crisi delle vocazioni (i wikipediani che creano e migliorano i contenuti dell’enciclopedia sono volontari non pagati), qualità e attendibilità delle voci (i wikipediani di rado sono delle autorità nel proprio settore, più spesso sono studenti o appassionati), squilibri nella profondità e ampiezza delle voci, che per forza di cose risentono della provenienza e degli interessi dei wikipediani (in maggioranza giovani maschi bianchi del nord del mondo), bizantinismi burocratici nella gestione della community (che crea eccessive barriere all’ingresso di nuovi redattori), litigiosità alle stelle tra i volontari (anche se proprio la burocrazia sopracitata ha messo un argine a edit war, spammer e defacer).

Il declino di Wikipedia è iniziato nel 2007, così afferma Aaron Halfaker, dell’Università del Minnesota, ex consulente della fondazione Wikimedia e coautore (insieme a colleghi universitari di Berkeley e di Washington) di un’approfondita ricerca dal titolo molto esplicito: The Rise and Decline of an Open Collaboration System: How Wikipedia’s reaction to popularity is causing its decline (è anche disponibile una sintesi dello studio ad opera dello stesso Halfaker).

Dopo una crescita verticale, dall’inizio del 2007 all’inizio del 2012 i contributori attivi di Wikipedia in lingua inglese sono passati da 55.000 a 35.000 con una diminuzione netta di ben il 40 per cento. Preoccupante. Secondo gli autori della ricerca:

To deal with the massive influx of new editors between 2004 and 2007, Wikipedians built automated quality control tools and solidified their rules of governance. These reasonable and effective strategies for maintaining the quality of the encyclopedia have come at the cost of decreased retention of desirable newcomers.

Dunque la causa principale del calo di contributori è imputabile agli strumenti automatici di controllo e al rafforzamento delle regole della comunità. Lo studio suddivide i newcomer in quattro gruppi in base a quanto accade durante la loro prima sessione di editing:

  • Vandals – Purposefully malicious, out to cause harm
  • Bad-faith – Trying to be funny, not here to help or harm
  • Good-faith – Trying to be productive, but failing
  • Golden – Successfully contributing productive

I primi due costituiscono i nuovi utenti cosiddetti undesirable, gli altri due quelli desirable.

La ricerca ha evidenziato tre punti fondamentali:

The decline represents a change in the rate of retention of desirable, good-faith newcomers.

Vandali e utenti in malafede sono rimasti di fatto invariati, a diminuire sono proprio coloro che vorrebbero contribuire ma, per varie ragioni, non ci riescono.

Semi-autonomous vandal fighting tools (like Huggle) are partially at fault.

I software automatici (bot) aiutano ad arginare i vandalismi, ma spesso si accaniscono contro i nuovi inesperti redattori.

New users are being pushed out of policy articulation.

I nuovi utenti non riescono di fatto a incidere nella modifica delle regole, descritte come “calcificate”.

Concludono, con amarezza, gli autori:

Wikipedia has changed from “the encyclopedia that anyone can edit” to “the encyclopedia that anyone who understands the norms, socializes him or herself, dodges the impersonal wall of semi-automated rejection and still wants to voluntarily contribute his or her time and energy can edit”.

Lo slogan “l’enciclopedia che tutti possono modificare” è un ricordo. Negli anni le regole di Wikipedia sono divenute un vero ginepraio, nel quale anche i wikipediani più esperti a volte faticano a districarsi. Per non parlare della modalità tradizionale di editing (quella classica dei wiki, con markup specifico). Tanto per avere un’idea, ecco il codice sorgente dei primi tre paragrafi della voce “Wikipedia” in italiano:

'''Wikipedia''' ''(pronuncia: [[#Pronuncia di Wikipedia|vedi sotto]])'' è un'[[enciclopedia]] [[online]], [[collaborazione|collaborativa]] multilingue e gratuita, nata nel gennaio del 2001, supportata dalla [[Wikimedia Foundation]], una [[organizzazione non a scopo di lucro]] statunitense.

Etimologicamente Wikipedia significa ''cultura veloce'', dal termine [[Lingua hawaiiana|hawaiano]] ''[[wiki]]'' (veloce), con l'aggiunta del [[suffisso]] ''-pedia'' (dal [[lingua greca antica|greco antico]] ''-[[paideia|παιδεία]]'', "formazione").

Nel [[2013]] l'edizione in lingua italiana ha raggiunto la notevole cifra di un milione di voci, scatenando anche un certo dibattito su quale fosse stata la milionesima voce.<ref>[http://www.lastampa.it/2013/01/22/societa/wikipedia-raggiunge-un-milione-di-voci-ma-e-giallo-sulla-pagina-record-J48XzUrtSLqthKVzVBDAZO/pagina.html ''Wikipedia raggiunge un milione di voci Ma è giallo sulla “pagina-record”'' lastampa.it, 22 gennaio 2013]</ref> 

Chi non ha grande dimestichezza con il web ha dunque poche speranze di divenire un redattore, e questo taglia fuori una bella fetta di esperti “tradizionali”. Qualche tentativo di migliorare la situazione c’è, notevole per esempio l’introduzione la scorsa estate del Visual Editor. Purtroppo è ancora pieno di bug e incompatibilità, e molte cose si devono sempre fare a mano. Di sicuro migliorerà. Certo, ai veterani non sta in grande simpatia, ma è fuori di dubbio che la strada è quella giusta.

Ma torniamo al declino. Lo scorso novembre è successo un fatto che mette in evidenza la diffusa pratica del sockpuppet e del meatpuppet, vale a dire l’editing di voci da parte di soggetti interessati, usando nick multipli e fasulli, tutti riconducibili a entità uniche, spesso aziende di comunicazione che offrono espliciti servizi in questo senso ai propri clienti con lo scopo di addomesticare le voci che parlano di loro. Inutile dire che la pratica è vietatissima dalle policy di Wikipedia. Quando il cofondatore dell’enciclopedia online Jimmy Wales ha avuto le prove che alla società Wiki-PR erano riconducibili migliaia di account ha fatto inviare dai propri avvocati un’infuocata lettera di diffida che merita di essere letta come minimo per l’irritazione che traspare da ogni riga e che mette a nudo il tallone d’Achille di Wikipedia: la sua apertura ai contributi di tutti. Punto debole che è in realtà anche il suo punto di forza.

Ecco, la crisi di Wikipedia si consuma tutta in questa sua contraddizione di fondo.

Ma i problemi di Wikipedia sono anche altri. Da sempre Jimmy Wales è alla ricerca di fondi per coprire i costi materiali relativi all’erogazione del servizio (server, banda, personale amministrativo, ecc.). A inizio dicembre è partita la nuova campagna di fundraising. Leggetevi l’illuminante appello dal fondatore di Wikipedia. Un passaggio chiave:

Vendere è legittimo. E la pubblicità non è negativa di per sé. Ma qui, su Wikipedia, è fuori luogo. Wikipedia è qualcosa di speciale . È come una biblioteca o un parco pubblico. Come un tempio per la mente.

Un “tempio per la mente”. Immagine molto suggestiva. La fermissima, e per me condivisibile, volontà di Wales nel tenere ferma la barra sulla totale gratuità della propria creazione, inclusa l’assenza di balzelli indiretti come la pubblicità, ma nel contempo l’aumento costante dei contenuti e del traffico, che comporta costi di hosting crescenti, lo costringono a chiedere fondi in maniera sempre più “aggressiva”. L’articolo
Wikipedia: crisi delle vocazioni, e il fondatore fa la questua online comparso il 25 novembre scorso su Affari e Finanza di Repubblica a firma di Arturo Zampaglione, bene evoca tale scenario.

In molti sono convinti che un po’ di annunci pubblicitari (molto appetibili trattandosi di uno tra i dieci siti più visitati al mondo) risolverebbero in un colpo solo tutti i problemi finanziari. Ma Wales tiene duro, anche perché sa benissimo che con una Wikipedia piena di pubblicità la comunità di volontari si dissolverebbe all’istante. Il “tempio per la mente” Wikipedia, che piaccia o meno, e nonostante le sue numerose contraddizioni e limiti, è divenuto un “bene comune” dell’umanità.

Sue Gardner, executive director di Wikimedia, la fondazione che controlla Wikipedia, parlando con Tom Simonite ha ripreso il paragone col parco pubblico, e che come tale va difesa dall’accerchiamento delle nuove piattaforme partecipative commerciali e proprietarie sulle quali gli utenti trascorrono una fetta sempre maggiore del proprio tempo online, in primis Facebook e Twitter.

Piattaforme che, come sottolinea Clay Shirky, professore all’Università di New York, “facilitano l’aggregazione ma non la collaborazione”, anche perché vengono accedute soprattutto tramite device mobili, “inadatti a un lavoro creativo complesso” quale Wikipedia richiede.

(Per inciso, a fine 2013 la Gardner ha lasciato l’incarico per altre sfide professionali, con discreto sollievo dei bilanci di Wikimedia, visto il suo stipendio di 200.000 dollari l’anno…).

In questo momento il “bene comune” Wikipedia ha un solo vero problema: quello della crisi delle vocazioni. Un problema che potrebbe avere conseguenze dirompenti per la sua stessa sopravvivenza, almeno nella sua forma attuale.

Per ora io tifo Wikipedia…

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